Caldi sguardi d’amore by Thompson Vicki Lewis

Caldi sguardi d’amore by Thompson Vicki Lewis

autore:Thompson Vicki Lewis
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788861836945
editore: HARLEQUIN MONDADORI
pubblicato: 2011-02-12T16:00:00+00:00


10

«Sei arrivata puntuale al lavoro, stamattina?» le chiese Sam una volta che Beckworth si fu allontanato.

«Per un pelo.» Kasey si girò, mettendosi a scrivere qualcosa al computer per poi tornare a fissarlo. «Preferisci pagare all’ora o a forfait?»

«Qual è la differenza?» Sam avrebbe preferito fissare la sua attenzione su altro.

«Nel primo caso, ti fatturerò tutto il tempo che dedicheremo a parlare del progetto. Altrimenti sarà tutto compreso. Se credi che ce la caviamo in una decina di ore, allora è meglio il pagamento orario. Se invece ci vorranno, diciamo, una quindicina di ore, ti conviene il forfait.»

«Allora pago a forfait.»

Avere un tempo illimitato con Kasey gli sembrava la scelta migliore.

Non voleva che pensasse che volesse approfittare di lei per pagare di meno. Ma non riusciva comunque a capire il suo comportamento. In fondo, se aveva parlato della sua proposta quella mattina durante la riunione, voleva dire che le interessava. Eppure, solo qualche minuto prima, aveva cercato di passarlo alla sua collega Gretchen.

«Allora a forfait.» Kasey batté sulla tastiera del computer. «Avrei bisogno di tutti i tuoi numeri di telefono.»

«Incredibile che non te li abbia dati ieri.» Sam recuperò un biglietto da visita dal portafoglio e glielo porse. «Per questo sono venuto qui. Mi ero reso conto che non mi avresti mai potuto rintracciare.»

Kasey copiò i dati. «Okay.» Si girò a fissarlo, seria. «Prima che io possa abbozzare una campagna, ho bisogno ancora di qualche informazione. Posso farti adesso qualche domanda oppure darti un questionario da riempire.»

Sam le venne più vicino. «Perché non vuoi lavorare per me, Kasey?»

«Certo che lo voglio.» Kasey sembrava tesa.

«No, non è vero. E ho bisogno di capire perché. Che ne dici di andare a bere un caffè per parlarne un po’?»

Lei lo fissò con aria diffidente. «Dove?»

«Da Coco’s in fondo alla via.» Sam avrebbe preferito portarla a casa sua, ma non voleva metterla nei pasticci.

«Mi pare una buona idea.»

«Allora andiamo.» Sam aspettò che lei recuperasse la cartella, anche se notò che lasciava la giacca sulla sedia come a indicare che sarebbe tornata a breve.

Giunti alla porta, gli toccò aspettare un’altra volta mentre lei parlava con la receptionist, una giovane che si chiamava Myra. Myra era stata molto più carina con lui di quanto lo fosse stata Kasey, si sorprese a pensare. La ragazza fece un sorriso di intesa a Kasey, come se stessero dividendo un segreto. E forse era così, perché, quando Kasey lo raggiunse, era un po’ arrossita.

«Sono qui con il furgoncino» le comunicò Sam mentre salivano in ascensore.

«Benissimo.»

Non essendoci nessun altro con loro, Sam preferì mantenere le distanze. Non era poi così sicuro di riuscire a controllarsi standole vicino. Ma ne approfittò per parlarle liberamente. «Sono davvero dispiaciuto per stamattina» ripeté. «Dopo una nottata come quella, avremmo dovuto avere il tempo di parlarne prima di andare ciascuno per la propria strada.»

Lei guardò fisso davanti a sé. «Forse è stato meglio così.»

«Perché dici questo?»

«Perché adesso sei un cliente.»

A Sam non piacque come lei lo disse. Come se fosse una disgrazia. L’ascensore si aprì e lui la sospinse verso l’uscita.



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